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Restauro del Palazzo Castrofilippo

Localizzazione: Palermo, mandamento tribunali, Via Alloro 64.
Estensione: 6500 mq.
Destinazione d’uso: Residenziale.
Numero di unità immobiliari residenziali : 27.
Il Palazzo si trova in una delle più antiche strade del tessuto palermitano, la antica Ruga de Alemannis, la cui attuale denominazione si deve al secolare albero di alloro impiantato nel cortile della famiglia Bellacera. In questa strada l’aristocrazia palermitana fece a gara per costruire sontuosi palazzi, fra questi c’è di certo Palazzo Castrofilippo, costruito nel XVII secolo dalla famiglia Carretto, Conti di Ragalmuto, poi ceduto alla famiglia Lombardo, e divenuto nel XVIII secolo la dimora di Francesco Morreale e Valguarnera, Duca di Castrofilippo. Fu quindi dei Bosco di Belvedere e dei Marchesi Contarini. Fino all’inizio dell’anno 2000 si trovava in uno stato totale abbandono e di notevole degrado con un ala della grande corte distrutta ancora dai bombardamenti di sessanta anni prima.
L’impianto planimetrico è a doppia corte, di cui la prima, più piccola, comunica con l’androne attraverso una doppia arcata sorretta da quattro colonne. Attraverso una galleria si giunge da questa prima corte alla seconda più ampia, arricchita da un doppio ordine di logge nella facciata a nord policroma, definita da alte lesene colorate e decorate da stucchi.
Il palazzo, d’impostazione tipicamente settecentesca, sorge comunque su preesistenze tardo medioevali, di cui si riscontrano le tracce al piano terra.
Il portale di ingresso, a sesto poligonale, è completato dal timpano curvilineo ed addolcito, nelle rigide forme, da stucchi floreali. La sommità del portale è sormontata dallo stemma della casata, una grande aquila incoronata, con le ali spiegate.
Il Palazzo si presentava in estreme condizioni di degrado e davvero poco rimaneva degli affreschi e delle pavimentazioni che di certo dovevano caratterizzare il piano nobile. Gravemente vandalizzato nel corso degli anni, è stato depredato di tutto il possibile, subendo addirittura un tentativo di furto delle quattro colonne portanti in billiemi che sorreggevano la doppia arcata di collegamento fra androne e prima corte. Le colonne, spezzate in più parti sono state oggetto di intervento di anastilosi.
Il progetto ha previsto il restauro delle parti esistenti e il ripristino della porzione bombardata. Sono state risanate le murature, rifatti la quasi totalità dei solai, rifatte le coperture che erano in gran parte crollate o gravemente ammalorate. Si è cercato di riportare il Palazzo alla propria configurazione settecentesca attraverso un restauro degli stucchi, delle lesene, degli intonaci, dei marmi superstiti e integrando le parti mancanti. Il piano terra è destinato ad uffici ed attività commerciali.

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Appartamento VIII